BIG BROTHER
(Bowie)
Don’t talk of dust and roses
Or should we powder our noses?
Don’t live for last year’s capers
Give me steel, give me steel
Give me pulsars, unreal.
He’ll build a glass asylum
With just a hint of mayhem
He’ll build a better whirlpool
We’ll be living from sin
then we can really begin
Please saviour, saviour, show us
Hear me, I’m graphically yours
CHORUS
Someone to claim us
Someone to follow
Someone to shame us
Some brave Apollo
Someone to fool us
Someone like you
We want you Big Brother, Big Brother
I know you think you’re awful square
But you made everyone
And you’ve been everywhere
Lord, I’d take an overdose
If you knew what’s going down
CHORUS (3 times)
We want you Big Brother
GRANDE FRATELLO
(Bowie)
Non parlare di polvere e rose
O dovremmo incipriare i nostri nasi?
Non vivere per le follie dell’anno passato
Dammi acciaio, dammi acciaio
Dammi pulsars irreali
Costruirà un manicomio di vetro
Con solo un accenno di caos
Costruirà un vortice migliore
Vivremo di peccato e poi
Potremo davvero iniziare
Ti prego salvatore, salvatore, mostrati
Ascoltami, sono graficamente tuo
RITORNELLO
Qualcuno che ci domini
Qualcuno da seguire
Qualcuno che ci umili
Un valoroso Apollo
Qualcuno che ci inganni
Qualcuno come te!
Vogliamo te Grande Fratello, Grande Fratello!
So che pensi di essere terribilmente rigido
Ma tu hai creato tutti
E sei stato ovunque:
Signore, mi farei un’overdose
se sapessi cosa sta accadendo!
RITORNELLO (3 volte)
Vogliamo te, Grande Fratello!
NOTE
“Big Brother” è stata registrata il 14 e 15 gennaio 1974 presso gli Olympic Studios di Londra.
È uno dei gioielli più oscuri di Diamond Dogs (1974), l’album in cui Bowie si immerge nell’universo distopico di George Orwell. Il brano nasce dalle ceneri di un ambizioso progetto teatrale basato su “1984”, abbandonato quando gli eredi di Orwell negarono i diritti a Bowie. Ma forse fu un bene: questo rifiuto lo spinse a creare un proprio universo, dove le atmosfere orwelliane si fondono con la sua personale visione di un futuro apocalittico.
Il testo di “Big Brother” corrisponde al passaggio in cui il protagonista Winston Smith viene sottoposto a un lavaggio del cervello totale e diviene dunque del tutto sottomesso all’autorità dello Stato. “Qualcuno che ci illuda, qualcuno come te/Vogliamo te, Grande Fratello”, canta Bowie, indubbiamente consapevole sia dei pericoli di un autoritarismo eccessivo, sia del potenziale potere di una rockstar che canta a milioni di fan adoranti“.
Il testo gioca magistralmente con i contrasti: dalle “rose” iniziali all’acciaio freddo dei “pulsars”, dalla polvere romantica al vetro asettico del manicomio. È uno scontro continuo tra organico e artificiale, tra passato nostalgico e futuro inquietante. Il “manicomio di vetro” diventa metafora perfetta di una società che mostra tutto ma imprigiona, che è trasparente ma invalicabile.
Nel ritornello, Bowie costruisce un crescendo di invocazioni che suonano come una preghiera distorta. Ogni “Qualcuno che…” è un gradino verso la completa sottomissione al potere, volontaria e quasi desiderata. Il riferimento ad Apollo non è casuale: il dio greco della luce e dell’ordine diventa qui simbolo di un potere che illumina ma anche acceca.
Il risultato è un inno paradossale al potere totalitario, dove l’adorazione nasconde la critica e la sottomissione maschera la ribellione. Bowie riesce così a mostrarci come il totalitarismo non sia solo imposto dall’alto, ma anche desiderato dal basso. Una lezione che resta tremendamente attuale.
Note di Daniele Federici
Salve, un suggerimento, poi vedete voi. Forse va ripensato SQUARE=EQUO. Di solito vuol dire convenzionale, come il nostro italiano “squadrato”. si tratta poi di un modo di modo di dire tipico degli anni Settanta, raramente – mi pare – usato oggi.
Ciao Youngdude, grazie del suggerimento. “Square” può senz’altro avere anche il significato che suggerisci tu. In generale però l’accezione più corretta è “onesto” e “giusto” più che “convenzionale”. Se poi l’aggettivo, come in questo caso, è riferito a un essere superiore, pensiamo che la traduzione “equo” sia quella più adatta. Un Dio, un condottiero o un dittatore sono “equi”, non “convenzionali”.
Quel “glass asylum” mi ricorda tanto il romanzo distopico ante litteram, ossia Noi di Evgenij Zamjatin (libro che influenzò Orwell nella stesura di 1984). Nel romanzo russo gli edifici erano di vetro per poter permettere di vedere da fuori cosa accadesse al loro interno. Mi domando se Bowie lo avesse letto…