CHANT OF THE EVER-CIRCLING
SKELETAL FAMILY
(Bowie)
(6 times)
Brother
Ooh-ooh
Shake it up, shake it up
Move it up, move it up
CANTO DELLA FAMIGLIA SCHELETRICA IN ETERNO CIRCOLO
(Bowie)
(6 volte)
Fratello,
Oh, oh,
Sveglia! Sveglia!
Alzati! Alzati!
NOTE
Questo brano rappresenta l’enigmatico finale di “Diamond Dogs” (1974), fungendo da inquietante epilogo alla distopia post-apocalittica che Bowie dipinge nell’album. Il brano è interessante per la sua struttura non convenzionale: un loop ipnotico di appena un minuto e mezzo che termina bruscamente, come un nastro tagliato a metà, con la voce di Bowie bloccata nella ripetizione ossessiva della sillaba “bro-“.
Questa composizione, registrata agli Olympic Studios di Londra nel gennaio 1974, è costruita su un pattern ritmico martellante che evoca una danza tribale meccanizzata. Il testo, ridotto a un mantra minimalista (“Brother Ooh-ooh / Brother Ooh-ooh”), sembra richiamare sia i rituali primitivi che la moderna alienazione urbana, temi centrali nell’immaginario dell’album.
Il titolo stesso è rivelatore: la “famiglia scheletrica” che danza in cerchio evoca immagini di un macabro girotondo post-atomico, mentre il “canto” (chant) suggerisce una dimensione rituale, quasi religiosa, ma distorta e privata della sua sacralità originaria.
Il brano può essere interpretato come una sintesi delle influenze che attraversano “Diamond Dogs“: l’interesse di Bowie per il cut-up di William S. Burroughs, l’estetica del teatro della crudeltà di Antonin Artaud e le atmosfere orwelliane di “1984” – progetto inizialmente concepito come musical ma mai realizzato a causa del rifiuto degli eredi di George Orwell di concedere i diritti.
La scelta di concludere l’album con questo loop interrotto rappresenta una delle soluzioni più audaci nella discografia bowieana. Sebbene spesso sottovalutato, questo brano è di straordinario interesse: non un semplice finale, ma un vero e proprio cortocircuito narrativo che lascia l’ascoltatore sospeso in un limbo distopico.
Note di Daniele Federici